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Fed: niente inflazione al 2% entro fine anno. Scongiurata la recessione?

inflazione

Ieri il presidente della Federal Reserve Bank di New York, John Williams, ha tenuto un discorso prima di un incontro dei Money Marketeers presso la New York University.

Sebbene sia soltanto il presidente della filiale di New York della Fed, e non della banca centrale stessa, Williams ha dichiarato che non ritiene verosimile che l’inflazione negli USA torni al 2% entro fine anno.

Anzi, si aspetta che possa scendere solo fino al 3,25%.

Ha però anche aggiunto che entro i prossimi due anni dovrebbe tornare al 2%.

Questo di fatto smentisce ciò che la Fed ha sempre affermato fino ad ora, ovvero che l’obiettivo era riportare l’inflazione al target del 2% entro fine 2023.

Da notare che con il ritmo a cui l’inflazione sta scendendo negli USA quest’anno (6,4% a gennaio, 5% a marzo) in teoria sarebbe stato possibile immaginare un ritorno al 2% entro fine anno, ma evidentemente le cose stanno diversamente.

Il punto chiave è: gli USA possono permettersi tassi di interesse così alti? Infatti per riportare l’inflazione al target del 2% già entro fine 2023 i tassi dovrebbero rimanere molto alti, o salire ancora, ma così potrebbe essere un bagno di sangue.

Quello che Williams dice tra le righe è che forse converrebbe ridurre un po’ i tassi entro fine anno in modo da ridurre i rischi di recessione, anche accettando un tasso di inflazione più alto dell’obiettivo del 2%.

I mercati comunque a maggio si aspettano ancora un ultimo minimo rialzo dei tassi da 25 punti base, ma stanno già ipotizzando un primo taglio a novembre sempre di 25 punti.

Infatti John Williams dichiara di non aspettarsi che vi sia una recessione negli USA, anche perchè se fosse impossibile far tornare l’inflazione al 2% entro fine anno non avrebbe senso mantenere i tassi di interesse alti rischiando una recessione. La Fed semplicemente non potrebbe permetterselo.

Ora bisognerà vedere se anche il resto del board della banca centrale si allineerà su questa politica, oppure se rimarranno convinti che valga la pena rischiare una recessione pur di continuare a sperare invano di riuscire riportare l’inflazione al 2% entro fine 2023.