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Germania entrata ufficialmente in recessione tecnica

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Sono stati ufficializzati i dati sul PIL della Germania nell’ultimo trimestre: -0,3%.

Questo dato certifica di fatto la cosiddetta “recessione tecnica“, ovvero due trimestri consecutivi con il PIL in calo.

Ma osservando il grafico annuale del PIL tedesco si scopre che le cose non stanno così male come ci si potrebbe attendere dall’ingresso in recessione tecnica.

Infatti il PIL stimato per il 2023 è inferiore solo a quello dei due anni precedenti, mentre risulta superiore a quello di qualsiasi altro anno precedente nella storia della Germania.

Fino al 2020 compreso, il PIL annuale della Germania non era mai salito in tutta la sua storia sopra i 4.000 miliardi di dollari. La prima volta che salì sopra questa soglia fu nel 2021, quando addirittura sfiorò i 4.300 miliardi di dollari sulla spinta del rimbalzo post-lockdown.

Una flessione nel 2022 ci stava, mentre in effetti dopo quella flessione ci si sarebbe aspettati una ripresa nel 2023. Questa ripresa per ora non c’è stata, ma i livelli di PIL previsto per quest’anno sono ancora inferiori solo a quelli record del 2021 e del 2022.

Il grafico trimestrale invece rivela che l’ultimo calo del PIL ci fu a metà 2022, mentre a fine 2021 ci fu un trimestre senza crescita. Pertanto l’entrata in recessione tecnica è evidente, così come è evidente che dopo il boom di metà 2021 la Germania non è più stata in grado di crescere a ritmo sostenuto.

La situazione pertanto non è buona, ma non è nemmeno pessima. Non è un caso che oggi la borsa di Francoforte risulti essere in calo solamente dello 0,6%, anche perchè i mercati avevano presumibilmente già ampiamente scontato questi dati.

Occorrerà comunque attendere i dati del secondo trimestre del 2023, che terminerà a fine giugno, per capire se si tratta di un vero e proprio grosso problema, o se i due trimestri appena passati sono stati solamente un caso.