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E’ tornata la paura della recessione

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Ieri sono stati pubblicati dati riguardanti l’inflazione negli USA migliori delle aspettative. Tanto che addirittura si sta iniziando ad ipotizzare che, da questo punto di vista, le cose potrebbero iniziare a migliorare entro la fine dell’anno.

Eppure le stesse borse USA hanno chiuso in calo. Perchè?

Il fatto che i mercati non abbiano preso particolarmente bene gli ottimi dati sull’inflazione non è legato a questi ultimi, ma ai timori riguardo una possibile recessione.

Ad esempio l’economista statunitense, e Premio Nobel, Edmund Phelps sostiene che negli USA in realtà i primi segnali di una possibile recessione si vedono già.

Anche secondo altri esperti nella seconda metà del 2023 potrebbe scatenarsi una tempesta economica sugli USA.

Il problema principale sembra essere quello legato al mercato del lavoro, con i tassi di interesse ancora molto alti che non aiutano di certo. Altri problemi sono il settore immobiliare in contrazione, ed un sistema bancario indebolito.

Tuttavia il tasso di disoccupazione negli USA ormai da almeno un anno a questa parte è quasi fermo, e la banca centrale potrebbe decidere entro fine anno di iniziare ad abbassare i tassi. Può anche darsi che la narrativa del possibile arrivo di una recessione serva soprattutto a fare pressioni sulla Fed affinchè decida di abbassare i tassi il prima possibile.

Invece i problemi del settore bancario non sembrano essere in via di risoluzione.

La situazione pertanto in realtà non è affatto chiara, come dimostra da un lato un dollaro decisamente più debole sui mercati finanziari rispetto ad un mese fa, e dall’altro il prezzo dell’oro sui massimi di sempre. Molto potrebbe dipendere dalle parole e dalle azioni della Fed nelle prossime settimane. La decisione sul prossimo eventuale aumento dei tassi è prevista per il 3 maggio, ma già nei prossimi giorni verranno pubblicati molti altri dati sull’economia USA che potrebbero scuotere i mercati.